On the road: Karpathos

10/08/21

Fa un po’ strano trovarmi in aeroporto dopo un anno e mezzo! Tutti con la mascherina e (quasi) tutti a distanza. Ho trovato un posto appena fuori della massa al gate e sono qui da sola. “ma viaggi da sola?” prima domanda dello steward al check-in. “Eh si.” Da qui il delirio dei luoghi comuni… “meglio soli che male accompagnati… così fai quello che vuoi senza nessuno che ti scoccia… quando troverai qualcuno dovrai portare pazienza…”

Allora, che ne sai che non ho nessuno! Solo perché viaggio da sola non vuol dire che io non abbia nessuno! Poi che io realmente non ce l’abbia,, beh saranno cazzi miei! (cit.)

Iniziamo subito male! Quelli davanti a me hanno il risultato del tampone.. che siano novax? Lui con la mascherina solo sulla bocca… già li odio! Ma si sa, laggente è fonte di odio!

Non vedo l’ora di arrivare a destinazione, disfare le valigie e iniziare ad esplorare! Salgo sull’aereo e ovviamente il mio posto è occupato! Sono tre squinzie che volevano stare vicine, ma io avevo un meraviglioso posto finestrino che non avrei ceduto per nulla al mondo! Sooooo sorry!

Il volo è tranquillo e mi ritrovo a sorvolare Spalato e Dubrovnik con annessi ricordi.. La rotta porta sopra ad Atene… altri ricordi. Ho viaggiato abbastanza da avere ricordi in buona parte dell’Europa!

L’atterraggio è vista mare e soprattutto vista spiaggia di Diakoftis, la più bella dell’isola!

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Ritiro il bagaglio, mi accompagnano in hotel, giusto il tempo di cambiarmi e nel giro di pochi minuti sono in spiaggia ad Amoopi. Un km in discesa mi fa arrivare in fretta, sarà sicuramente più lungo e faticoso il ritorno!

Prendo possesso di un ombrellone nella spiaggia attrezzata e a pagamento, ma sono le 17 passate e nessuno viene a chiedermi soldi. Va beh, nel frattempo vado in acqua e nel caso se ne parla dopo!

Dopo un bagno lunghissimo e ristoratore emergo come Venere tracagnotta dalle acque, mi asciugo in cinque minuti visto il vento pazzesco, poi raccolgo le mie cose e lentamente risalgo.

Minimarket è tappa obbligata per comprare la colazione per le mattine successive, una bottiglia di sidro e una confezione di simil tuc greci. In fondo non ho pranzato e un aperitivo sul balcone ci sta!

La prima cena di questa vacanza sarà alla taverna Perama Maria, proprio accanto all’hotel. Non ho ancora la macchina, non conosco nulla e mi è sembrata la scelta più sensata! Parlano italiano, inglese e greco… ed è subito Mediterraneo: italiani-greci, una faccia una razza! Ordino olive di antipasto e agnello al forno come piatto principale, una squisitezza!

11/08/21

Non ho praticamente dormito, il vento e il caldo non mi hanno dato tregua. Mi sono ritrovata sul balcone alle 2 del mattino in mutande, seduta sulla sedia con il naso all’insù a cercare (e trovare) le stelle cadenti!

Alle 6.30 ho messo fine a questa tortura, una doccia veloce e colazione vista mare. Vado a piedi verso il noleggio auto, circa un km e mezzo dall’hotel e mi danno una Fiat Panda. Guidare a Karpathos è un incubo! Strade strettissime e tortuose, ma per fortuna il traffico è minimo!

Sull’isola ci sono solo 6 benzinai, dislocati per lo più nella parte sud. La macchina ovviamente è in riserva, come le mie gioie! Il mio intento di oggi sarebbe stato quello di andare nella spiaggia di Agya Fotini in cui ci sono reperti di una vecchia chiesetta sul mare, ma il forte vento rende impossibile la balneazione da questo lato dell’isola. Piano B in azione: cambio repentino di lato, ma serve circa un’ora di macchina guidando in montagna.. e io detesto guidare in montagna!

La meta di oggi è la spiaggia di Lefkos che non delude le mie aspettative e si rivela una delle più belle dell’isola. Il mare è da sogno, ancora più spettacolare di quello di Amoopi bay. Mille sfumature di blu, turchese, pesciolini e ombrellone e lettino a 10 € per tutto il giorno.

Dopo innumerevoli bagni, mi sono lasciata tentare da una taverna sul mare: Captain’s home. Avrei voluto un pranzo leggero e ho ordinato un calamaro grigliato, mi hanno portato un kraken! Squisito e freschissimo! A volte per essere felice, basterebbe una vita vista mare!

Comunque mi capitano sempre cose surreali! A pranzo quelli del tavolo di fianco non sapevano cosa volesse dire “fried”, non erano italiani e capivano pochissimo l’inglese. La cameriera lo parlava poco e non è riuscita a spiegarsi, mi guarda con aria di supplica, intervengo e risolvo la situazione. Come dono ricevo un bicchiere d’acqua.. forse del rubinetto.

Pomeriggio pigro al sole che mi asciuga e disidrata, avrò bevuto due litri d’acqua e una birra media! Riprendo la macchina e torno verso casa, sempre un’ora di viaggio. Volevo tuffarmi in piscina ma scopro con disappunto che è ghiacciata! Pace.. compro l’aria condizionata in reception perché stanotte voglio dormire!

La cena di stasera mi porta alla taverna Nina, gestita da Tolis da cui ho noleggiato la macchina. Mi accoglie sorridente e mi fa accomodare ad un tavolo vista mare. Mi porta in cucina per mostrarmi il pescato del giorno per farmi scegliere cosa mangiare, scelgo un’orata stupenda. Antipasto offerto con paté di olive e pane nero. Quando arriva il mio piatto, vengo circondata da micini affamati e ovviamente li sfamo! Frutta offerta e visto che avevo ancora un buchino, decido di prendere il dolce… baklava. Ottima ma lievemente impegnativa!! Chiudo la serata rotolando verso l’hotel godendomi la mia aria condizionata a pagamento!

12/8/21

Il mio sonno è interrotto alle 5 da un blackout che ha spento l’aria condizionata! Si soffoca! Apro la finestra e mi metto sul balcone, caso vuole che una stella cada proprio in quel momento. Quanti desideri.. e quanta responsabilità ad una povera stellina!

Torno a letto e mi riaddormento fino alla sveglia, doccia, colazione e sono operativa. La strada oggi mi porta ad Olimpo, un paesino arroccato in mezzo ai monti e al nulla assoluto! Bello, ma un po’ sopravvalutato e soprattutto molto turistico. Giro tutto il paese sotto la calura asfissiante, faccio qualche acquisto e poi arriva il momento di andare al mare! La montagna sarà anche bella.. ma niente in confronto con il mare!

La spiaggia più vicina è Diafani, solo 8 km. Arrivo e delusione! Cemento, un molo, spiaggia sporca. Non sono soddisfatta e cambio destinazione. L’idea era di andare a Kyra Panagia, la spiagia sormontata da una chiesetta con la cupola rossa, oggetto di tante foto e gadget! Mentre mi ci sto dirigendo, dall’alto vedo una baia con un veliero pirata, voglio andare lì!! Mi infilo al volo nella stradina scoscesa che porta alla spiaggia e in pochi minuti sono giù. Trovo un parcheggio comodissimo per un grosso colpo di cul.. fortuna, prendo le mie cose e vado in spiaggia. Gli ombrelloni disponibili sono finiti, ma c’è una meravigliosa pineta gratuita in cui sistemarmi! Questa è la spiaggia di Apella, mare splendido e vento da volare via! Resto per tutto il pomeriggio, poi semi disidratata (avevo finito le scorte di acqua ma ero troppo pigra per arrivare fino alla taverna discretamente lontana) decido di risalire e finalmente mi concedo una birra! Sali minerali e vitamine, altro che acqua! La vista è mozzafiato e vorrei restare qui per sempre!

Rientro in hotel piena di progetti per la serata, ma vanno in malora. Mi scrive la mia amica che mi sta catsitterando i cuccioli per dirmi che Gianni non sta bene. Chiamo mio padre al volo che lo porta dal veterinario di corsa. Credo di aver pianto disperatamente e ininterrottamente per un’ora.. mi passa la fame e la voglia di uscire.

13/08/21

Gianni sta bene e io sono più tranquilla. Mi merito una giornata di relax. La location del giorno è la spiaggia di Kyra Panagia, si quella dove sarei dovuta andare ieri! Il tetto rosso della chiesa è veramente instagrammabile, peccato che io sia una schiappa a fare le foto.. e soprattutto peccato che io sia da sola e non ci sia nessuno per farmene una. Salgo i gradini fino in alto per fare la mia foto, sono le 8.30 del mattino e c’è già caldo!

Poi mi spiaggio letteralmente e inizio il primo di una lunghissima serie di bagni! Tra qualche sonnellino e un buon libro, la giornata scorre in fretta. Verso il tardo pomeriggio riprendo la macchina e finalmente vado a visitare Pigadia! Sono qui da tre giorni e ancora non ho avuto modo di andarci! Mi faccio tentare da qualche negozio e mi improvviso turista curiosa. Qualche foto in giro, un po’ di spesa e torno a casa. Doccia veloce e sono fuori di nuovo! Torno a Pigadia per mangiare la mia prima moussaka di questa vacanza. La taverna è Mike’s restaurant, in una via defilata dietro la strada principale. Me lo ha suggerito una amica che ci è stata qualche anno fa, devo dire che merita! Mi sono ustionata a mangiarla, ma che goduria!

14/08/21

Mattinata di visite e un po’ di caos! Cercavo un sito archeologico, il navigatore me lo indicava dietro un promontorio. Lascio la macchina nel parcheggio alla base della collinetta e mi incammino a piedi lungo un sentierino stretto a strapiombo sul mare. Dimensioni del sentiero: 40 cm. Ho camminato per una ventina di minuti, ma del sito nemmeno l’ombra. La strada inizia a diventare pericolosa, non è indicato niente, nessun cartello e cosa ancora più inquietante, nessun essere umano! Forse è meglio rinunciare e tornare indietro. Cambio destinazione: Mesochori, paesino nel bel mezzo del niente! Nessun turista, solo gatti che avrei voluto portare a casa tutti! Quanti micini!! E tutti belli!

Dopo una mezzoretta a girovagare per le viuzze strette e a godermi il panorama, è l’ora del mare! La spiaggia che scelgo oggi è Agyos Theodoros. In mezzo al nulla anche questa, ma il viaggio vale il panorama! Acqua cristallina e rocce: il paradiso dello snorkerling! Attrezzo la maschera e mi immergo nell’acqua gelida. Dimentico perfino di pranzare, presa com’ero dalle immersioni! Prima sogliola avvistata, di solito le mangio e vederle muoversi nella sabbia è stato molto bello! Il pomeriggio trascorre veloce tra mille bagni. Il vento Meltemi la fa da padrone e in lontananza vedo le vele dei windsurfer e dei kiters.

La spiaggia va in ombra e mi sposto verso il paradiso dei surfisti, Agrilaopotamos beach. Uno spettacolo! Sarò rimasta un’ora seduta ad ammirare le evoluzioni spericolate!

Prima di rientrare in hotel mi fermo a Menetes, ridente paesino arroccato sui monti dove il vento era talmente forte che per poco non volo via! Curiosando trovo una grotta che in tempo di guerra era stata allestita a rifugio sotto il monastero.  Ovviamente ci sono solo io, tanto per cambiare, ed è tutto un po’ inquietante! Arrivo in hotel e  il proprietario George mi intrattiene in chiacchiere e mi offre una birra. Resto a parlare con lui e la figlia che la sera precedente mi aveva offerto un ouzo! Sono vacanze piuttosto alcoliche!

Mi preparo e mi dirigo a Pigadia per cenare da Perasma, di cui avevo letto meraviglie. Buono, ma ho mangiato in posti migliori. Antipasto e dessert offerti dal ristorante e cena a base di pollo cotto nel coccio con verdure e feta.

15/08/21

Ferragosto pigro e bruciacchiato! Tanto relax oggi nella splendida spiaggia di Diakoftis, proprio accanto all’aeroporto. Sono anche riuscita a vedere un aereo atterrare, l’unico della giornata! Acqua come al soluto fredda, il lato sud e quello ovest hanno i ghiaccioli… e il vento folle! Il Meltemi soffia a tutta forza, è il paradiso dei windsurfer! Io che sono una fifona e non oso così tanto, mi sono avventurata nello snorkeling, ma le forti correnti mi trascinano verso il mare aperto. Riesco comunque a tornare nella comfort zone e lì resto per non rischiare di finire chissà dove!

Diakoftis è una spiaggia con due baie, da un lato sembra di essere ai Caraibi,ma l’acqua è fredda. Dall’altro è sempre limpida, ma non così bella, e l’acqua è più calda. Nei tragitti tra una spiaggia e l’altra e a forza di fare snorkeling, mi sono bruciata la schiena! Da furba proprio!

Dopo innumerevoli bagni e immersioni, decido di cambiare spiaggia per fare un ultimo bagno in un posto figo e vado a Mikaliou kipo, una meraviglia della natura, dove le conchiglie sono incastonate nelle collinette di arenaria. Impossibile non innamorarsene! La spiaggia è minuscola e gli ombrelloni sono tutti presi, non fa nulla, mi sdraio al sole fino a che non arriva ombra ovunque e la spiaggia si svuota.

Birretta a bordo piscina in hotel e cena di ferragosto alla taverna Esperida dove ho mangiato il tipico piatto greco di ferragosto: il porco!

16/08/21

Penultimo giorno di vacanza. L’isola di Karpathos è una scoperta continua! Oggi sono stata nella spiaggia di Achata, luogo più o meno inaccessibile e in mezzo alle montagne. Non prendono nemmeno i cellulari e sono isolata dal mondo: evviva!

La spiaggia in sé è normale, molto affollata e con i ciottoli. Ma è sotto il mare la meraviglia! Sono riuscita a vedere ben due velenosissimi pesci scorpione! Che vi assicuro visti dal vivo a poche decine di cm, fanno un po’ impressione! Lo snorkeling di oggi ha dato il colpo di grazia alla mia schiena! Ho cercato di fare le contorsioni per mettermi la crema, ma purtroppo questo è uno dei due difetti di viaggiare da soli! L’altro è che nessuno ti fa le foto!

Mi perdo a guardare il mare e mi stupisco del fatto che su quest’isola inizio a sentirmi a casa. Sto girando senza usare il navigatore, ho imparato ad orientarmi ed è bellissimo! L’isola è selvaggia, arida e allo stesso tempo accogliente. Era quello che mi serviva, staccare un po’ da tutto e restare sola con me stessa. Mi sembra tutto molto lontano dalla partenza, come se fossero passati mesi invece di giorni.

17/08/21

Ultimo giorno su quest’isola stupenda. Ho utilizzato le poche ore rimanenti per visitare il Paleokastro di Arkasa, che al primo tentativo non avevo trovato! Arrivarci è stata un po’ un’impresa! Non è segnalato, il sentiero si perde un po’ nel nulla, ci sono sassi franati, cespugli di rovi, ma il panorama una volta arrivati è super! Mi sono ritrovata lì da sola, nessuno si interessa di queste cose, vogliono tutti il mare. Quello che rimane dell’antica civiltà di Arkasa sono pochi ruderi e qualche colonna sulla cima della montagna. Ma sono millenni di storia ancora lì! Non è recintato, non si paga per visitarlo, è un po’ trascurato e volendo potrebbe essere vandalizzato o cadere in mano ai ladri.  È un peccato che queste cose non siano valorizzate.

Avrei voluto visitare anche il museo archeologico di Pigadia, ma ho scoperto che il martedì è chiuso, vedo che le gioie nemmeno in ferie! Comunque, ho sempre un piano B: un caffè servito con la moka nel Caffè Karpathos proprio sul porticciolo. Locale molto caratteristico, personale gentilissimo con cui scambiare volentieri due parole in italiano. Ho scelto l’unico tavolo in cui c’era un gatto acciambellato su una delle sedie, è stato il mio compagno per il tempo che ho trascorso al bar.

Ultima passeggiata per Pigadia in cui ormai tutto mi è familiare, ho imparato a muovermi senza mappe, ad ambientarmi e a vivere l’isola al meglio. Ieri sera al ristorante Four seasons sono stata scambiata per greca, mi hanno accolto parlando greco e dandomi il menù locale! È stato bello! Adoro non farmi sempre sgamare come “italiano pizza mandolino mafia”! mi piace mimetizzarmi, fare la turista è bello si, ma preferisco confondermi tra la folla!

Non so quando sarà la prossima vacanza… ma ho tante, troppe destinazioni in mente!

On the road: Labirinto della Masone – Fontanellato (PR)

Nel 2015 a Fontanellato in provincia di Parma, è stato costruito un enorme labirinto realizzato esclusivamente con piane di bambù. Circa una ventina di esemplari diversi di questa pianta costeggiano i sentieri del dedalo, facendo ombra ai viaggiatori. Ad essere sincera, più che di ombra e refrigerio, si è trattato di una sorta di temperatura sub-tropicale, umida e appiccicosa! Un po’ come essere in una foresta equatoriale ma senza le zanzare! Se ci fossero state mi avrebbero divorato, quindi un punto a favore!

I bambù hanno dimensioni diverse, si passa da piccoli germogli a tronchi altissimi, dei veri e propri “big bamboo”!

Il labirinto è stato studiato e voluto da Franco Maria Ricci per permettere alle persone di “perdersi in sicurezza”. In effetti non ci si perde nemmeno se lo si vuole! E dire che ci ho provato in tutti i modi! Il mio senso dell’orientamento è abbastanza sviluppato e ovviamente lo ritengo un plus, ma non mi ha permesso di smarrire la via, solo di vagare tranquillamente tra i vicoli del dedalo.

Durante la passeggiata alla ricerca di me stessa, mi sono imbattuta in una curiosa esperienza giapponese chiamata Tanabata, in cui biglietti colorati (tanzaku) su cui si poteva scrivere un pensiero, un messaggio o un desiderio, sono appesi ai bambù. Nella tradizione giapponese, si è solito richiedere fortuna in amore appendendo le strisce di carta colorata. Viste le mie recenti esperienze… avrei tanto bisogno di fortuna in amore, ma il rischio di incontrare l’ennesimo disagiato è troppo alto, quindi ho solamente scritto un pensiero per me stessa.

C’è un sistema di sicurezza anti smarrimento nel labirinto e all’ingresso insieme al biglietto (un braccialetto stile villaggio vacanze) c’è un numero di telefono da chiamare nel caso in cui ci si perda. Peccato che il cellulare all’interno non prenda! O almeno.. il mio non prendeva! Mi fossi persa, sarei ancora lì a vagare! Comunque… il sistema prevede che ci siano dei numeri in determinati punti di incrocio del labirinto, in modo che, in caso di panico, si possa dare una indicazione agli eventuali soccorritori! Un mio amico ed io abbiamo provato ad abbandonare le altre due amiche, ma senza riuscirci! Ci siamo nascosti, siamo letteralmente scappati ma loro ci hanno sempre ritrovato… anche a causa della mia maglietta poco mimetica! La prossima volta mi vestirò di verde!

Una volta superato il labirinto, ci si ritrova nella corte, i cui edifici sono realizzati in mattoni a mano per creare armonia con il paesaggio.  Usciti dalla corte si ritorna all’ingresso dove è possibile visitare la collezione di opere d’arte e le mostre temporanee. Caso ha voluto che la mostra in esposizione ieri fosse sui labirinti! L’ingresso è ovviamente incluso nel biglietto (€ 18) che è valido per tutta la giornata. Si può entrare e uscire tutte le volte che lo si desidera.

A causa delle restrizioni per il Covid, gli ingressi sono contingentati ed è obbligatoria la prenotazione online.

Dal 1 aprile 2021 al 31 ottobre 2021
ORARIO ESTIVO:
apertura dalle 10.30-19, ultimo ingresso alle ore 17.30.
La biglietteria è aperta fino alle 17.30.

Dal 1 novembre 2021 al 31 marzo 2022

ORARIO INVERNALE:
apertura dalle 9.30 alle 18, ultimo ingresso alle ore 16.30.
La biglietteria è aperta fino alle 16.30.

Il Labirinto della Masone è aperto tutti i giorni, inclusi i festivi, tranne il martedì.
È chiuso durante le festività del 25 dicembre e del 1 gennaio.

Se capitate da queste parti, vi consiglio la visita al labirinto! E’ un bellissimo modo per passare qualche ora!

On the road again!

È tradizione ormai da qualche anno che a Giugno io parta per qualche destinazione ignota. L’anno scorso in piena pandemia sono riuscita ad andare al lago di Resia, un luogo splendido che vorrei visitare anche in inverno per camminare sul lago ghiacciato.

Questa volta invece ho optato per il centro Italia e ho ben pensato di fare un tour de force tra Umbria, Lazio e Toscana.

Il mio viaggio è iniziato sabato mattina verso le 6, dovendo evitare tutti quelli che andavano al mare in riviera, mi è sembrata e si è rivelata la soluzione migliore. Alle 10 ho raggiunto la prima di tante tappe: La Scarzuola in provincia di Terni , per la precisione a Montegabbione. https://www.lascarzuola.it/

Piccolo suggerimento… non seguite le indicazioni del navigatore! Io mi sono ritrovata in una strada sterrata e strettissima per km! Fate come si faceva una volta, usate i cartelli stradali! La Scarzuola è indicata bene fin dall’uscita del casello di Fabro.

Che cos’è La Scarzuola? Bella domanda! Non è una casa, non è un museo, non è un parco.. eppure è tutto questo insieme! Bisogna entrare in questo luogo con mente, cuore e occhi aperti, pena il non capire nulla! Marco Solari, il proprietario, ha fatto da guida in questo viaggio, rivelandone i segreti e le curiosità.

Nel 1200 Francesco di Assisi venne in questo luogo per dimorare e si costruì una capanna con la vegetazione del posto (le scarze appunto, da cui il nome Scarzuola).

Ho trovato tante analogie con il Parco dei Mostri di Bomarzo e la casa di Dalì a Figueras, ho visto influenze di Escher e Gaudì. Sicuramente c’è anche molto altro, ma le mie conoscenze sono limitate.. purtroppo!

Resta il fatto che la Scarzuola è anche un viaggio interiore, qualcosa di introspettivo e “magico” che influenza positivamente. Almeno.. io l’ho vissuta così!

Le visite si effettuano solo il sabato e la domenica alle 11. Ovviamente è obbligatoria la prenotazione che si può effettuare sia dal sito che via email. La visita dura circa un’ora e mezzo, la mascherina va indossata anche se si è all’aperto, si possono fare foto e video.  Il costo dell’ingresso è 10 € che andranno pagati in contanti in loco. Non hanno il POS, arrivate preparati!

La seconda tappa della giornata mi porta ad una destinazione che sto rincorrendo da tempo: Civita di Bagnoregio, la città che muore. Circa un’ora di macchina mi hanno portato al parcheggio situato all’esterno della città. Avevo acquistato il biglietto online (https://articketing.vocces.com/proceso-reserva/) indicando orario e data, alla modica cifra di 5€.

Ci sono due modi per arrivare alla base del ponte sospeso che permette l’ingresso a Civita di Bagnoregio: la navetta e le gambe. Credo che ci siano luoghi che bisogna guadagnarsi e che necessitano l’arrivo a piedi per godere appieno dell’esperienza. Questo è uno di quelli!

Una volta all’ingresso del ponte, si apre uno scenario da favola, anche se sono le due del pomeriggio e ci sono più di 35 gradi!

La salita è impegnativa, ma si affronta bene, anche se il sole a picco non aiuta… e ad essere sincera non aiuta nemmeno la mia borsa a tracolla pesantissima e la reflex con custodia sempre a tracolla! Per la prima volta ho scordato la crema solare… mancanza che pagherò molto cara bruciandomi le spalle!

Mi perdo tra i vicoli medioevali e faccio la turista, visitando le grotte di tufo (trovando refrigerio dal caldo folle!) e il giardino dei poeti. Il ragazzo che cura il giardino chiede ai visitatori un piccolo obolo che può essere un’offerta libera, oppure l’acquisto di un prodotto alimentare dell’azienda. Ho acquistato uno squisito paté di olive e una confezione di pasta di grano duro. Chiacchierando con lui ho scoperto di avere in comune lo stesso odio per l’umanità! È stato molto divertente e ci siamo fatti due risate da perfetti sociopatici! La pandemia non ci ha reso migliori.. proprio per niente! Mi consiglia di andare a visitare Celleno il borgo fantasma e Sant’Angelo il paese delle fiabe.

Seguo il suo consiglio e mi dirigo verso il primo borgo che si trova a pochi km da Civita. È decisamente un borgo fantasma… così fantasma che non c’è nulla se non i resti di un castello, una mostra sui grammofoni allestita in una chiesa sconsacrata e 4 pecore! Il sole continua a bruciare le mie spalle incurante di tutto!

Un po’ delusa, mi avvio verso l’altra meta. La strada è bloccata da transenne che impediscono l’accesso ai non residenti. Non mi resta che parcheggiare e camminare… di nuovo! Dopo una decina di minuti scarsi ecco i primi murales sulle case! Il nome “paese delle fiabe” ora è chiaro! Sulle facciate delle abitazioni sono disegnate le più famose favole, da Mary Poppins, a Hansel e Gretel, da Alice nel Paese delle Meraviglie a Peter Pan… e tanti altri.

Esiste nel bolognese un altro paese simile a questo, Dozza. Ma non sono rappresentate le favole, ma i fumetti! Se vi capita di passarci, rimarrete incantati!

Cerco di ritornare alla macchina con le gambe a pezzi, dopo salite, discese e scale.. non pensavo di aver percorso tuta questa strada. Controllo il contapassi che mi fa un applauso e mi comunica che ho percorso 48.000 passi, circa 30 km! Ecco perché ero così morta!!

L’ultima tappa di questa giornata mi porta a Montefiascone dove mi aspettano amici per cena. La serata si conclude tra pizza e chiacchiere dopo un interminabile viaggio!

La mattina inizia con calma verso le 8.30. Sveglia, sistemazione delle cose e via a fare colazione nel bar più buono di Montefiascone. La pasticceria è squisita e mi faccio tentare da una tartelletta gigante alla frutta a cui aggiungo un caffè e un succo ACE. Questo sarà l’unico pasto fino all’ora di cena!

Dopo foto, abbracci e saluti (non ci vedevamo da 4 anni!!) mi dirigo verso il primo stop della giornata: il pozzo di S. Patrizio ad Orvieto. Avevo già visitato Orvieto in passato e non avevo voglia né tempo di fare un altro giro. L’ingresso al pozzo costa 5€. Se non siete mai stati, vi consiglio la visita, soprattutto nei giorni caldi! In fondo al pozzo si sta benissimo! Non sarei più voluta risalire!!

Ho barattato qualche foto con una coppia, viaggiare da soli ha tanti pregi, ma un difetto è quello di dover scocciare le persone per farsi fare una foto!

Dopo aver percorso i 248 gradini a scendere e i 249 a salire, mi sono ritrovata nella calura più assoluta! Stavo davvero meglio in fondo al pozzo! Recupero la macchina e mi sposto verso quella che credevo sarebbe stata l’ultima meta di questo weekend on the road: i giardini del Praticello sui colli fiorentini. Questa meta è piuttosto sconosciuta ai turisti, ma è luogo di ritrovo per i fiorentini che cercano un po’ di ombra e refrigerio in questo parco splendido.

In questo immenso giardino mediceo si può trovare una enorme scultura del 1580 ad opera di Giambologna che rappresenta il Colosso dell’Appennino. La statua è incredibile e bellissima! Fa la guardia ad uno stagno pieno di ninfee, sembra una atmosfera da favola! Il Gigante sembra quasi uscire dalla roccia che gli ha dato la vita! Lascia davvero senza parole!

Dopo una passeggiata defatigante nel verde, riprendo l’auto e letteralmente mi perdo tra i colli fiorentini! Sbuco in una strada strettissima tra i filari di ulivo… per fortuna non incontro nessuno!

In qualche modo raggiungo l’autostrada all’altezza di Calenzano, ma non chiedetemi come ho fatto ad arrivare!! Il navigatore mi avvisa che entro le 16 sarei arrivata a casa… se non mi fossi fermata in un altro posto a fare una follia!

Nel fine settimana al Campovolo c’era l’Open Day della scuola di volo, con piccoli voli sulla città, voli acrobatici o prove di guida. Secondo voi, potevo esimermi? Ecco!

La zona di comfort è stata lasciata a terra, letteralmente! Mi sono messa in fila, pagato la piccola cifra per volare e poco dopo ero nei cieli sopra la mia città! Davvero emozionante! Mi è piaciuto tantissimo e credo ripeterò l’esperienza se ci sarà di nuovo l’occasione!

Weekend veramente pieno, di quelli che ti fanno spegnere il cervello dai problemi, dai dispiaceri e dai disagi della vita per farti concentrare solo sulle cose belle e sulla gioia di poterne godere.

Sono ripartita e l’ho fatto alla grande! Presto altre gite fuori porta… le ferie estive sono ancora lontanissime!

In viaggio attraverso l’Italia

Bentornati sul Beautycase!

Le ferie purtroppo sono finite e con loro anche la mia voglia di tornare al lavoro! 😛

Quest’anno è stato molto strano e le mie vacanze sono state incerte fino a metà giugno, quando ho deciso di regalarmi un viaggio nell’Italia centrale. Ho alcuni parenti a Pescara che non vedevo da ehm.. 35 anni (adesso non mettetevi a fare i conti sulla mia età!) così ho colto l’occasione per fare una rimpatriata. Sono stati super gentili e mi hanno ospitata per quattro notti, esaudendo i miei desideri sulle cose da visitare!

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Piazza Salotto a Pescara. Quando ero bambina l’elefante sembrava così grande!!!

La prima gita è stata con mio cugino Alessandro a Rocca Scalegna, in provincia di Chieti. Secondo la leggenda durante il XVII secolo un esponente della famiglia Corvo-De Corvis si sarebbe trasferito dalla Corte di Napoli ai suoi possedimenti di Roccascalegna, dove avrebbe cercato di ripristinare lo Ius primæ noctis (che in realtà si dice mai esistito). Ciò avrebbe naturalmente suscitato una ribellione tra i suoi sudditi e uno sposo, non disposto a cedere alla barbara usanza, mascheratosi da donna si sarebbe nottetempo introdotto nel Castello e sostituito alla consorte, uccidendo il feudatario.

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Per arrivare su al castello c’è una salita ripidissima, vi lascio immaginare quello che hanno pensato le mie ginocchia sbriciolate! Ne è però valsa la pena, ma mi sono pentita di una cosa: non aver assaggiato il pane porchettato, la specialità del luogo!

Il giorno successivo il mio programma prevedeva la gita fuori porta a Rocca Calascio (si.. sono fissata con i castelli medioevali!), location di svariati film tra cui Lady Hawke, Amici Miei e Il nome della Rosa. In questa avventura mi hanno accompagnato la madre e la morosa di mio cugino. Pigramente loro hanno deciso di salire alla rocca con la navetta, io me la dovevo guadagnare (a scapito di polpaccio e ginocchia!), quindi mi sono inerpicata a piedi per un’ora circa finchè non sono arrivata a destinazione con immensa soddisfazione!

Con tutti gli acciacchi che ho, mi sono resa conto che sono abbastanza “tosta”, il termine inglese per definire questo atteggiamento è Tough. Non demordo praticamente mai, porto a termine quello che inizio e mi faccio un discreto culo per arrivare in fondo!

Alla sera mi sono meritata una cena a base di arrosticini! Li adoro! Sono riuscita a mangiarli tre volte, una da sola, una coi parenti e una coi colleghi! Si perchè ho anche avuto una sorta di cena aziendale con tre colleghi in ferie nelle vicinanze! E’ stato strano incontrarli lì! Ma non è l’unico incontro che ho avuto, sono state le vacanze in solitaria più affollate che abbia mai fatto!

Il terzo giorno in Abruzzo finalmente mi ha portato al mare! I ripari di Giobbe sono una riserva naturale meravigliosa a cui si accede con una scalinata interminabile.. sempre con gioia di polpaccio e ginocchia! Il panorama merita la fatica come potete vedere:

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Mare cristallino e spiaggia bianca con i sassi che tanto ricordano la mia amata Grecia! Dopo la giornata di relax, siamo andati sulla costa dei trabocchi che ero curiosa di vedere. Da “macchina da pesca” efficiente e prospera si è trasformato, nel tempo, in elemento architettonico in grado di valorizzare l’aspetto estetico e paesaggistico del territorio in cui esso è “ancorato”.

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E soprattutto ho mangiato uno dei miei dolcetti preferiti: il parrozzo!

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L’ultimo giorno a Pescara è stato di relax al mare e alla sera ultima passeggiata sul lungomare con Ponte panoramico, Nave di Cascella e un meraviglioso tramonto!

La mia vacanza è proseguita verso L’Aquila, dove ho incontrato il mio ballerino di boogie! Gli ho portato la colazione (ovviamente un parrozzetto!!) e lui mi ha fatto da cicerone per la città. La cosa bella è che è ignorante come me e possiamo farci le foto stupide senza imbarazzo!

Dall’Aquila via verso Amatrice dove avevo un desiderio da realizzare: mangiare una amatriciana nel ristorante in cui è nata! Mission accomplished!

Vi do solo un consiglio, se capitate qui e mangiate qualcosa con il pomodoro… non indossate una maglietta bianca! Ho ridotto la mia un campo di battaglia! ahahhah

Da Amatrice il mio itinerario prevedeva un paio di notti a Todi in Umbria. Sono arrivata in hotel alla sera, distrutta dal viaggio. Non ho avuto nemmeno la forza di fare un giro per la città tanto ero stanca! Sono andata a cena e mi sono regalata una cena gourmet e uno dei tanti calici di rosso che ho bevuto in queste ferie!

La mattina sveglia presto e inizia il mio tour (de force) per Todi che ho veramente adorato! E’ super medioevale, le viuzze, i vicoli, i mattoni a vista.. è stato molto emozionante visitarla! Peccato solo che causa Covid non sia stato possibile visitare i sotterranei.. Memore di quelli di Perugia ero certa che sarebbe stata una meraviglia.. ma come sapete, le gioie le abbiamo domani!

Ho visitato le tre chiese principali, la cripta con la tomba di Jacopone da Todi, ho salito i 152 gradini che mi hanno portato sul campanile della chiesa di S. Fortunato per ammirare il panorama dall’alto, ho vagabondato per i vicoli e le stradine e mi sono “persa” passeggiando. In una mattinata sono riuscita a visitare tutto quello che volevo.

Il pomeriggio sarebbe stato libero.. mi è venuta la malsana idea di visitare le Grotte di Frasassi a cui sarei dovuta andare la mattina seguente. Ho fatto bene ad anticipare perchè facevano entrare in modo contingentato 30 persone alla volta. Sono arrivata alle 13,30 e il mio ingresso sarebbe stato alle 16,45! Non pensavo di trovare tutto questo casino! Nella mia mente, speravo di arrivare e di entrare! Si sogna!! Ho tre ore libere e nemmeno un libro! Cosa faccio? Vado a cercare l’eremo di Frasassi tra i monti! Splendido, ma arrivare su mi è costato le gambe!

Purtroppo le foto delle grotte non rendono tanto. E’ molto più spettacolare vederle dal vivo!

Sono quasi agli sgoccioli della mia vacanza itinerante, la tappa del 14 agosto mi porta a Foligno.

Arrivo poco prima di pranzo.. vuoi non gustare un piatto di spaghetti alla chitarra con pistacchi e tartufo, bere un calice di Montefalco e ingozzarsi con un tiramisù alla liquirizia?

Ho scoperto che esiste un’installazione fighissima all’interno della chiesa della SS. Trinità in Annunziata chiamata Calamita Cosmica. Rappresenta un enorme scheletro umano lungo 24 mt e altro 4 con un becco di uccello al posto del naso.

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L’opera è imponente e passeggiandole accanto ci si sente piccolissimi!

Perchè il nome Calamita Cosmica? Se notate, dalla terza falange della mano destra, parte un’asta verticale, una linea di congiunzione tra l’uomo e il cosmo. Un magnete tra il cielo e la terra che collega il sovrannaturale alla realtà.

Se passate da Foligno, merita decisamente una visita! Il costo del biglietto è di 6 €. Gli orari di apertura sono però limitati:

orario estivo

venerdì       16.00 – 19.00

sabato         10.30 – 12.30 / 16.00-19.00

domenica   10.30 – 12.30 / 16.00-19.00

Orario Invernale

venerdì       15.30 – 18.30

sabato         10.30 – 12.30 / 15.30 – 18.30

domenica     10.30 – 12.30 / 15.30 – 18.30

In ogni caso tutte le informazioni le trovate qui.

Ho ancora un’ultima tappa prima della fine della vacanza, ma ne aggiungo una in corso d’opera! Spostandomi da Foligno a Riccione (dove mi aspetta una cara amica per festeggiare il ferragosto insieme), caso vuole che passi da Senigallia, dove erano in ferie un paio di amici! Vuoi non fermarti per un saluto? Detto fatto! Una rapida telefonata e ci si ritrova sul lungomare proprio accanto al bagno Mascalzone.. dove si balla(va) boogie. Quest’anno niente festival anni ’50, niente balli, niente di niente!

senigallia

E adesso via verso Riccione dove mi aspetta una meravigliosa cena in spiaggia!

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Ferragosto in spiaggia per un ultimo relax e poi si torna a casa, dove mi aspettano due pelosini indispettiti!

 

Voi come avete trascorso questa estate anomala? Fatemi sapere!

Curon e il campanile sommerso

Finalmente si può ricominciare a viaggiare! E’ la cosa che mi è mancata di più, insieme al ballo! Purtroppo per quest’ultimo dovrò aspettare ancora un po’.. ma non demordo!

La mia prima fuga dopo il lockdown mi ha portato in Alto Adige, per la precisione a Curon. Ho deciso di andare qui fondamentalmente per due ragioni: erano anni che volevo visitare questo posto, in più con la serie appena uscita su Netflix temevo che nei mesi a venire sarebbe diventata meta di turismo di massa.

Sono partita sabato mattina con calma e dopo “solo” 4 ore di macchina sono arrivata a destinazione! Ho scelto una pensioncina molto in stile altoatesino chiamata appunto Pension Tirol. Il proprietario e la madre sono stati molto gentili e disponibili, nel caso dovessi tornare da queste parti, probabilmente alloggerei da loro di nuovo! La camera con balcone affacciava sul lago di San Valentino alla Muta, a pochi km dalla meta del mio viaggio.

pension-tirol

Guidare per tutto quel tempo mi ha dato modo di pensare molto e di riflettere sugli ultimi avvenimenti accaduti nella mia vita. Ci sono situazioni che continuo a non capire, nonostante le abbia sviscerate e analizzate più volte.. La conclusione a cui sono giunta è che se voglio delle gioie, me le devo dare da sola. Non devo aspettare che provegano da altri, perchè non è così! Anzi ultimamente ho subito anche troppe delusioni e avevo bisogno di staccare per riprendermi. Ed eccomi qui in questo posto.

La storia di Curon è molto triste in verità, fino al 1947 all’interno del lago c’era un paese, anzi ce n’erano due: Curon e Resia. Poi è stata costruita una diga ed è stato deciso di inondare tutto spostando le case e le persone. Chi non è andato via spontaneamente si è visto espropriare la casa, il terreno e gli animali, per ricevere in cambio 34 mtq in cui vivere e un indennizzo da ritirare a Bolzano, ma il viaggio era più costoso del guadagno, quindi non valeva la pena andarlo a prendere. Queste persone si sono viste portare via tutto e quello che è rimasto di due paesi sommersi è il campanile della chiesa di Curon.

Vederlo svettare in mezzo al lago è incredibile! Ho fatto non so quante fotografie sia con il telefono che con la reflex. Cercavo lo scatto perfetto, fino a sdraiarmi sulla ghiaia per ottenere LA foto definitiva. Ne ho realizzate diverse e sono molto soddisfatta!

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Quando si viaggia da soli, bisogna cercare degli escamotage per farsi fare le foto e per non ritrovarsi dopo la vacanza con solo delle selfie storte! Il mio è quello di offrirmi volontaria di fare una foto alla coppietta di turno che vuole immortalare il suo amore eterno nel luogo, e poi piombare come un falco e chiedere di farmi una foto! Funziona! Questa volta ho fotografato una coppia di Trento e lei gentilissima mi ha fatto un servizio fotografico! ahahahah Per una volta sono riuscita ad avere una di quelle foto che fanno tanto travel blogger in cui il soggetto è di spalle e ammira il panorama! ahahahhah

Ho passato il pomeriggio sul lago a contemplare il campanile, a pensare e a farmi troppe domande.. come al solito! Poi finalmente mi sono decisa a fare una passeggiata fino a Resia, dove volevo prendere lo speck da portare a casa ai miei. Mi sono incamminata sul viottolo lungo il lago lasciando liberi i pensieri e facendoli portare via dal vento. Arrivata in paese scopro che il negozio è chiuso! Iniziamo bene.. Trovo un negozietto di articoli sportivi e souvenir dove acquisto l’immancabile decorazione per il mio albero di natale e chiedo a loro per i prodotti tipici. Mi mandano al Despar dicendomi che lo speck del supermercato viene prodotto dal macellaio locale. Perfetto! Mi faccio invogliare anche dal formaggio e ne prendo due fette, poi vedo la birra Forst.. vuoi non prenderne due bottiglie? Ah giusto, mi serve anche l’acqua.. Insomma.. a fine spesa la borsina pesava circa 3 kg e io avevo davanti 4 km per tornare al campanile!

Ora, immaginatevi me con borsetta a tracolla da un lato, borsa della reflex a tracolla dall’altro, borsina del supermercato in mano! Credo di aver avuto addosso circa 7 kg tra tutto! Sono arrivata al campanile con le mani segate dalla plastica! Avrei dovuto prendere lo zainetto, ma da furba lo avevo lasciato in macchina…

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Mi siedo sotto un albero con il campanile a vista e mi metto a leggere il libro che avevo portato.. perdo la cognizione del tempo e non mi accorgo nemmeno che è iniziato a piovere! I rami dell’albero mi hanno protetto dalle gocce e tenuta al riparo! Nel frattempo è arrivata l’ora di rientrare in hotel, fare una doccia e andare a cena!

Il proprietario dell’hotel mi consiglia un ristorante lì vicino Al Lamm, cerca di tentarmi dicendo che fanno anche la pizza.. ma.. resto scettica e preferisco ordinare dei meravigliosi Spatzle con speck e panna, una birra media e concludere la mia cena con una fetta di torta foresta nera. Nel mio immaginario, avrei dovuto sfondarmi di Sacher il giorno successivo!

Hotel Lamm a San Valentino in estate

Dopo cena torno al lago per fare delle foto in notturna, peccato che la notte non scenda! Trovo altri tre fotografi che volevano immortalare il campanile con reflex molto più serie della mia, un cavalletto e un telecomando… Si saranno fatti due risate a vedermi sdraiata sulla passerella di legno per fotografare tutto il riflesso del campanile e delle montagne! Sarei voluta restare fino al buio.. ma alle 22 ci si vedeva ancora.. faceva freddo e ho deciso di rientrare in hotel.

L’ultima è la foto con più buio che sono riuscita a fare..

Questo posto è uno spettacolo, spero di tornarci, magari con più tempo per vedere anche i dintorni!

Il giorno successivo mi sveglio di buon’ora, carica perchè la meta sarebbero stati i giardini di Merano, dal nome un po’ complicato.. Trauttmansdorff. La giornata ovviamente si mette al brutto, inizia a piovere non appena lascio Curon, quindi penso che visitare un luogo all’aperto sotto la pioggia non sia proprio la scelta ideale! Non mi perdo d’animo e metto in atto il piano B: a Bolzano c’è il museo archeologico con la mummia di Similaun, l’uomo dei ghiacci, ritrovata nel 1991 dopo un congelamento di circa 5000 anni! Prendo il biglietto per l’orario stabilito, con il covid ora si può entrare solo su prenotazione e scaglionati. Mentre aspetto che arrivino le 13, decido di farmi un giro per la città così per passare un’oretta. Scopro che a Bolzano c’è il Sacher store, inizio ad avere l’acquolina pensando alla super fetta di torta che sarà il mio pranzo! Arrivo nella piazza.. il negozio è smantellato! Resta solo l’insegna… e la mia gioia che se ne va.

sacher

La voglia di torta è prepotente, mi affido a Google maps per cercare delle Konditorei nelle vicinanze e ne trovo un paio. Una è chiusa! L’altra non ha più sacher. Ok.. l’universo si sta allineando per non farmi ingrassare.. grazie eh.. ma io la volevo proprio quella fetta di torta!

Ritorno verso il museo, forse la cultura potrà compensare la mancanza di zuccheri! Ci riesce alla grande! Se non siete mai stat* a Bolzano al museo archeologico, vi prego andateci! Incontrerete Otzi, l’uomo dei ghiacchi, una mummia di 1.60 m conservata perfettamente, con tutti i suoi accessori sia di abbigliamento che utensili da caccia. E’ davvero incredibile e mi sono ritrovata emozionata come una bambina!

Come primo viaggio di questo 2020 da buttare, posso ritenermi soddisfatta! Ora devo valutare le prossime destinazioni che credo saranno in Italia almeno per qualche mese!

Voi vi siete già spostat*? Dove siete andat*?

Diario di viaggio: Marocco

Primo post del 2020 e parliamo di… viaggi! Ormai sono diventata un tutt’uno con la valigia a forza di partire!

L’ultima vacanza del 2019 e la prima del 2020 hanno visto il Marocco protagonista. Non ero mai stata in questo paese e da ex ballerina di danza orientale (ormai con l’ombelico appeso al chiodo), mi è sembrata la scelta migliore. Anche se ad essere sincera, il Marocco era il mio piano B! La prima destinazione che avevo scelto era la Giordania, purtroppo il volo di ritorno era pieno e non sarei potuta rientrare.. che disdetta!

La sera prima del viaggio sono andata a ballare, all’uscita dal locale tutti i bar notturni erano chiusi e l’unica soluzione possibile è stata quella di portare gli amici a casa mia.. eravamo circa undici persone! La mia cucina è minuscola, ma stringendoci siamo riusciti a starci tutti! Una chiacchiera ha tirato l’altra e si sono fatte le 4.30 del mattino. Il mio volo sarebbe partito alle 12 da Bologna e alle 9.30 sarei dovuta arrivare in aeroporto, il che voleva dire alzarsi prestissimo e partire al massimo per le 8.30. Anche oggi dormiamo un’altra volta!

Con gli occhi crepati come Will coyote sono arrivata in aeroporto ed è iniziato il mio lunghissimo viaggio. Dalla mattina presto che sono partita, ho messo piede in hotel a Marrakech alla sera alle 19! Il primo giorno è volato in viaggio, da domani si comincia a fare sul serio!

2° giorno Marrakech
Tutta la giornata è stata dedicata alla visita della città: il palazzo Bahia, il museo Dar Si Said, i giardini Majorelle (residenza di Yves Saint Laurent). Un po’ di relax a bordo piscina dopo pranzo con relativo sonnellino e nel pomeriggio visita della moschea della Koutoubia (purtroppo dall’esterno) e dei giardini della Menara. Immancabile la passeggiata nel souk e la tappa “obbligata” in un negozio di spezie, prodotti all’olio di argan e altre amenità. Ho dribblato i venditori molto insistenti della medina e finalmente ho avuto mezz’ora di tempo libero per girovagare in solitaria nella piazza Djemaa El Fna. Questo luogo è incredibile! Incantatori di serpenti, scimmie al guinzaglio, musicisti, venditori di ogni cosa.. insomma.. il caos! E’ quel caos che però ti fa sentire un cittadino del mondo e parte di quel tutto così strano e rumoroso!

Poi alla sera abbiamo pagato pegno con uno spettacolo per turisti (molto per turisti…) presso il ristorante Chez Alì. Struttura da mille e una notte in mezzo al palmeto di Marrakech, musicisti e ballerine ad accogliere i visitatori, cavalli, dromedari, pony e somarelli. Dopo la foto di rito fatta dal fotografo professionista all’ingresso (notare le due poverette al mio fianco, obbligate a farsi fotografare con tutti)sto già storcendo il naso. Non amo questo genere di posti… Ci fanno accomodare in una grande sala con cuscini e drappeggi un po’ barocchi e la cena ha inizio. Il mio sfigatissimo tavolo è stato bistrattato dai camerieri per tutta la durata del pasto. Servizio lento, portate mancanti e per finire nemmeno il vassoio con i biscotti, ma il cameriere chiede la mancia.. come se se la fosse meritata! Dulcis in fundo, lo spettacolo con i cavalli berberi lanciati al galoppo sfrenato.. bello eh.. ma mi ha lasciato un po’ così… Intirizziti dal freddo rientriamo in hotel che domani sarà una lunga giornata.

3° giorno Marrakech Beni Mellal Fes (circa km 490)
La giornata più lunga di sempre! Abbiamo viaggiato in pullman praticamente per tutto il giorno. Le uniche soste sono state in autogrill (o quello che gli assomigliava di più dato che non ci sono autostrade su quel tratto), nel bacino artificiale di Hansali e al ristorante per il pranzo. Panorami mozzafiato che mi hanno fatto scoprire il lato verde del Marocco. E’ un paese pieno di contrasti e mi ha sorpreso molto! Tantissimi nidi di cicogne che si lasciano fotografare, probabilmente abituate alle persone.

Cenone e festa di capodanno a Fes con tanto vino e ottima compagnia. Ho perso la dignità anche qui, dato che mi hanno fatto ballare la mia amata danza orientale. Erano anni che non praticavo più, ma nonostante l’età e la mancanza di pratica, riesco ancora abbastanza bene! Ovviamente il tutto è stato documentato con foto e video! ahahhah

4° giorno Fes
In mattinata visita ad una piccola ditta artigianale di ceramiche. Oggetti bellissimi creati in condizioni un po’ estreme. Poter vedere il processo di produzione è stato molto interessante, gli oggetti rigorosamente fatti a mano da artigiani che lavoravano seduti a terra con i prodotti sulle gambe. Decorazioni eseguite a mano in modo molto preciso e unico, se avessi dovuto farle io.. beh.. sarei ancora lì a cercare di fare il primo cerchiolino a mano libera! Non ho potuto esimermi dall’acquistare un paio di cose! Dopo questa visita ci siamo diretti verso il palazzo reale (ovviamente dall’esterno), il quartiere Fes El Djedid, la medersa di Attarine, il museo Nejjarine del legno, la moschea Karaouine cercando di sbirciare un po’ l’interno, i souk con le concerie e tintorie di pelli e tessuti. Pranzo in ristorante tipico nella medina dove ho potuto degustare un ottimo pollo al limone e in cui ho perso il tappo dell’obiettivo della mia reflex! Un po’ di shopping e nel tardo pomeriggio una bella passeggiata in solitaria per il viale pedonale della città. Alla sera gita nella Fes notturna: porte dorate del palazzo reale (solo le donne le possono toccare dopo il tramonto per avere salute, amore e denaro. Poi per sugellare il tutto deve essere mangiato un dattero. Ovviamente io ho fatto tutto! Ora attendo le gioie…), visita alla sinagoga Ibn Danan, relax in un locale con the alla menta e pasticcini, poi passeggiata notturna per le vie della città. Ho trovato anche il locale in cui i Rolling Stones e i Led Zeppelin venivano a fumare hashish!

5° giorno Fes Meknes Casablanca (circa km 380)
Anche oggi ci aspetta un lungo tragitto in pullman, la cosa positiva è che in questo tratto c’è l’autostrada e probabilmente si farà prima! Dopo colazione si parte per Meknes, circa un oretta di viaggio e arriviamo in città: ci accolgono la porta Bab El Mansour, le scuderie ed il bacino Agdal con la statua del mendicante. Anche qui tantissime cicogne! Finita la visita a Meknes (davvero molto breve.. peccato) via verso Rabat dove pranziamo al porto. Quando sarò ricca e famosa, comprerò un appartamento vista mare nella Kasbah di Rabat! Me ne sono veramente innamorata! Devo vendere qualche centinaia di migliaia di libri però prima di poterlo fare! Le cose da vedere qui sono tante e il tempo è poco: l’esterno del palazzo reale (con relative foto ignoranti), la kasbah degli Oudaya, la torre Hassan e il mausoleo di Mohamed (con altre foto ignoranti).
Arriviamo a Casablanca che è buio.. forse è un bene dato che l’hotel è orribile. Si mangia malissimo, le tajine non vengono rimpinguate, quindi quello che di buono si poteva mangiare finisce subito e non torna più! Per fortuna ci si ferma solo una notte! Anche la camera non è un gran che, ho diverse lampadine fulminate, il copriasse del water semovente, ma tutto sommato è pulita. Poi sono in Africa, non è che posso pretendere chissà cosa!6° giorno Casablanca Marrakech (circa km 250)
Il tour della città inizia abbastanza presto. Dobbiamo arrivare alla moschea per prendere i biglietti, dato che la visita non era inclusa e l’abbiamo aggiunta noi. Foto di rito in piazza Mohamed V, poi un po’ di foto fuori della moschea Hassan II e ingresso con guida locale. Le scarpe si tolgono e si cammina scalzi sui numerosi tappeti. La moschea è enorme, divisa su tre livelli: nel seminterrato ci sono le fontane per l’abluzione prima della preghiera della sera durante il Ramadan, il “piano terra” dove pregano gli uomini e il matroneo rialzato e riparato dove pregano le donne, accessibile tramite scala mobile.

Passeggiata lungo la Corniche e il quartiere Habous. Prima di pranzo sono letteralmente fuggita sulla spiaggia per immergere i piedi nel freddo Oceano Atlantico! E’ una cosa che faccio sempre quando visito un posto che ha il mare, non importa che sia estate o inverno, devo mettere le zampine in acqua e devo camminare scalza sulla sabbia! L’acqua ovviamente era gelida, io da furba mi sono spinta troppo avanti e ho bagnato i jeans fino al ginocchio! Non avevo più la sensibilità delle dita dei piedi dal tanto che erano gelate, ma non importa, ero super felice! Pranziamo accanto al mare con una frittura mista di pesce, davvero ottima poi si rientra a Marrakech. Alla sera organizzo una gita in notturna reclutando una decina di compagni di viaggio che si affidano alle mie capacità organizzative e al mio orientamento!

7° giorno Marrakech
Mi faccio fregare nuovamente e decido di partecipare all’escursione nella valle dell’Ourika a pagamento. Se all’inizio sembrava una fregatura, la gita si rivela interessante. Visitiamo una casa berbera, abitata o così ci fanno credere. Due donne stavano impastando le focaccine, una preparava il the, un’altra lavava i piatti… Tutto molto turistico e creato ad hoc. Faccio finta di crederci e mi immergo nell’atmosfera mangiando le focaccine calde e bevendo il the alla menta nel bicchiere appena lavato con acqua corrente (ora mi spiego da dove è venuto il mio virus al ritorno!!). All’uscita dalla casa siamo letteralmente circondati da venditori di ogni cosa, dalle pietre alla bigiotteria spacciata per gioielli berberi autentici. Il prezzo di partenza è 20 euro per un bracciale, ma poco prima di andare via, riesci a portarne a casa tre per 5 euro! Io sono allergica ai metalli “matti” e non prendo nulla, pena il polso verde! Proseguiamo verso la valle del fiume dove ci sono tanti localini frequentati per lo più da autoctoni nei giorni di festa. Qualche negozio per turisti che vende prodotti di bellezza all’olio di argan, sapone nero, spezie e tanto altro. Qui ho fatto shopping: il sapone nero e il guanto kessa sono venuti a casa con me!

Sulla via del ritorno ci fermiamo in uno store di tappeti, ma i prezzi proibitivi mi hanno fatto desistere.

Dopo pranzo recupero la mia socia di scorribande e andiamo a caccia di un negozio di scarpe perchè io volevo assolutamente un paio di mocassini che avevo visto in una teca in hotel e mi sembravano perfetti per ballare boogie! Troviamo il negozio e acquistiamo le scarpe, io due paia, lei uno. Poi vaghiamo un po’ per Marrakech e rientriamo in hotel perchè io avevo prenotato hammam e gommage.

Esperienza piuttosto traumatica, la massaggiatrice ha sfogato tutte le sue frustrazioni su di me, buttandomi secchiate di acqua addosso e massaggiandomi con quello che credo fosse filo spinato! Mi ha scuoiato!! Però la pelle dopo il trattamento era spettacolare!

Nel tardo pomeriggio usciamo di nuovo per visitare la medina di Marrakech, ci lasciano liberi un paio d’ore e riesco finalmente a vivere un po’ la città a modo mio. Mi aggrego a due viaggiatrici solitarie come me e vaghiamo senza meta per il souk, mangiando focaccine calde, pasticcini, bevendo the alla menta su una terrazza con vista sulla piazza brulicante di persone e per concludere ci facciamo fare l’henne sulle mani.

Cena in un ristorante tipico marocchino con spettacolo di danzatrici. Io che non vedevo l’ora, vengo prelevata e inizia lo show. Ho sempre detestato improvvisare quando ballavo, ma questa volta mi è venuto naturale! La ballerina era bellissima, brava e sorridente, ma dopo un paio di minuti era lei a seguire me e non viceversa! Tante foto e tanti video da parte dei miei compagni di viaggio che hanno preferito me a lei.. sicuramente per un atto di gentilezza!

E’ stato un viaggio sicuramente molto interessante e anche se ero sola, mi sono divertita! Alcuni amici non riescono a capire come mai io viaggi in solitaria, nonostante io provi a spiegarlo più volte. E’ uno stato mentale, è la consapevolezza che anche da soli si sta bene e che si può fare tutto ciò che si desidera! Perchè dovrei limitarmi e non viaggiare solo perchè non ho la compagnia? Ho imparato a farlo da sola e sicuramente non mi ferma più nessuno!Vi mostro gli acquisti fatti in Marocco, i pasticcini ovviamente sono già stati mangiati!La prossima meta? Per ora ho prenotato un weekend ad Atene per un festival boogie. Ma stay tuned…

Lefkada πόσο υπέροχο

Banane di mare! Si vede che sono tornata a pieno regime?

Le mie vacanze sono state super faticose e super rilassanti. Il rientro al lavoro non è stato nemmeno troppo traumatico, mi sono riposata e mi sento veramente nuova! Lo hanno notato anche i colleghi! 😀

La seconda parte delle mie lunghe ferie, mi ha portata in Grecia, più precisamente nell’isola di Lefkada. Dove si trova? Qui!

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Proprio sopra Cefalonia e Itaca. Mi sento tanto Ulisse, è la seconda volta che mi avvicino a Itaca, ma non sono ancora riuscita a visitarla!

La vacanza inizia con una notte in bianco.. la partenza era prevista da Venezia (circa 2 ore e mezzo da Reggio) alle 5,30 del mattino. Nota positiva è che alle 8,30 (c’è un’ora di fuso orario) avevamo già la macchina a noleggio. Prima giornata trascorsa ad esplorare l’isola e a fare la sirenetta tracagnotta in acqua. Tra l’altro mentre facevo snorkeling ho avvistato un polipo!

Il secondo giorno inizia all’insegna della cultura e visitiamo il monastero di Faneromeni.

Poi la cultura si trasforma in un bisogno estremo di fare un bagno..  ci ritroviamo sulla spiaggia di Ai Giannis frequentata dai kitesurfisti.

Il terzo giorno facciamo una gita sull’isola di Meganisi imbarcando l’auto sul traghetto. Quest’isola ci ha riservato diverse sorprese.. tra cui un vitellino in spiaggia!

L’ultimo giorno andiamo a visitare il faro a Cape Leucade. Vi assicuro che vale il viaggio (lunghissimo e tortuosissimo!), il panorama è mozzafiato!

Ultimo relax sulla spiaggia di Pefkulia purtroppo costellata di alghette..

Ora non mi resta che pensare alle prossime destinazioni! Si accettano consigli ovviamente!!

Voi come avete passato le vostre ferie?

 

Holidays?!?

Ciao a tutti!

Come ogni anno il Beautycase e la Kate se ne vanno in ferie per un mese. Ci rivedremo a settembre con tante belle news e soprattutto con il Sana!

Poi c’è quel progetto di cui vi parlavo qualche tempo fa che è divenuto realtà e ci sarà un super evento sempre in settembre a Firenze.. Basta ho già spoilerato troppo!

Torniamo alle vacanze, se tali si possono chiamare! L’anno del 42 mi porterà a Santiago de Compostela.. a piedi.. da Porto. No non sono una fanatica religiosa, anzi tutto il contrario. Mi voglio cimentare nel cammino per ritrovare quella Kate che è sparita circa due anni e mezzo fa. Non so se la ritroverò oppure se ne troverò una totalmente diversa, ma so che devo cercarla. Nel caso non trovassi niente, cinque giorni in Grecia sull’isola di Lefkada con una amica mi regaleranno un po’ di pace!

Se sopravvivrò alle mie vacanze ci vediamo tra un mesetto e… Buon Camino a me!

FERIE BLOG

Siviglia e i giardini dell’acqua di Dorne!

Sono di nuovo in aeroporto! Un altro viaggio che mi porta in Spagna a distanza di circa due mesi. A pasqua come sapete sono stata a Bilbao e a Gaztelugatxe per visitare Dragonstone. Lo scopo di questo break cortissimo è stato l’Alcazar di Siviglia, i Giardini dell’acqua di Dorne per gli appassionati del Trono di Spade!

Mi fa strano partire in compagnia, non ci sono più abituata! Non che mi dispiaccia, sia chiaro, però ormai mi sono adattata al viaggio in solitaria con i miei ritmi e i miei tempi, che è diventato inusuale partire in più di uno!

Il volo è in ritardo di un paio d’ore a causa di un violento temporale che si è abbattuto su Bologna e che ha fatto chiudere temporaneamente l’aeroporto. Iniziamo bene.. Il tempo da trascorrere a Siviglia era già pochissimo, adesso si è ridotto ulteriormente e i miei programmi per la serata vanno a farsi benedire. Arriviamo alle 22,30 tempo di prendere l’autobus e dirigerci verso l’hotel. Troviamo chiuso il portone. Sempre meglio. Sfodero il mio miglior spagnolo e telefono al numero sulla prenotazione. “No te preocupes, 5 minutos y llego allì, vale?” – muy bien, vale!

Quante soddisfazioni che mi sta dando questa lingua! L’ho voluta imparare per uno scopo preciso (e non troppo ehm… gentile) e invece si sta rivelando una piacevolissima scoperta!

Arriva un signore barbuto che ci mostra il codice di accesso alla camera e al portone di ingresso e ci accompagna alla abitaciòn. Due piani senza ascensore. Perfetto, le mie ginocchia ringraziano! Per fortuna ho tenuto il trolley leggerissimo e non pesa quasi nulla!

Doccia veloce e via a cena che la fame si fa sentire! Ci va male al primo tentativo dato che la cucina del primo locale che ci ispirava era già chiusa ed era tardi. “Lo siento” ci dice il cameriere.. Io mi sarei mangiata anche lui! Fa niente, ci spostiamo verso il cuore della città e troviamo un tapas bar dove finalmente mettiamo sotto i denti una tortillas de patatas e beviamo la prima di una lunga serie di birre!

Dopo cena facciamo una lunga passeggiata per spoilerarci un po’ la città: Giralda, Cattedrale, Las Setas illuminati. Nella mia mente il programma della serata ci avrebbe portato sul Mirador Parasol per avere una visione a 360 della città, ma siccome le gioie non mi seguono mai, quando siamo arrivate era già chiuso. Lo aggiungo alle visite del giorno successivo.. tanto abbiamo poco da fare…

La domenica la sveglia suona alle 7,15 ma vengo svegliata da un’auto della polizia che sfreccia a sirene spiegate sotto la nostra finestra.. aperta! Apro gli occhi di soprassalto.. buongiono eh! Doccia e poi siamo operative! La prima tappa è la colazione! Desayuno in un baretto vicino all’hotel con spremuta fresca di arancia e croissant con la marmellata scaldato al forno!

Il primo monumento che incontriamo è quello in onore di Cristoforo Colombo nei giardini del Murillo. La cosa che mi ha colpito di più sono stati i pappagalli verdi che volavano liberi! Mi hanno lasciato senza parole e con un sorriso da scema stampato in volto! Basta poco per sorprendermi! ahahah

Proseguiamo verso Plaza de España, che ci incanta con le sue maioliche colorate e gli ampi spazi.

Sul lato opposto alla piazza di trova il Parque Maria Luisa, il giardino più grande di Siviglia. E’ enorme, verdissimo e pieno di uccellini! La fontana più antica del parco risale al 1914 ed è la Fuente de las ranas:

Nel caso veniste a Siviglia, perdetevi a girovagare nel parco! Ci sono tante meraviglie da scoprire, oltre a trovare un po’ di tregua dal calore!

Uscendo dal parco e dirigendosi verso il fiume Guadalquivir, la prima costruzione particolare che si incontra è il Costurero de la Reina. Oggi è la sede delle informazioni turistiche, ma in passato era il luogo in cui la regina Mercedes d’Orleans si ritirava per cucire. Infatti Costurero in spagnolo significa “scatola da cucito”.

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Costeggiando il fiume si arriva alla Torre de Oro, torre di avvistamento del 1200 che serviva a bloccare gli attacchi dal fiume.

Ci fermiamo ai piedi della torre per guardare gli orari della crociera sul fiume, ma purtroppo inizieranno alle 11 e non sono neanche le 10! Quindi proseguiamo verso la Giralda ma anche la torre apre alle 11. Sono un po’ contrariata! I miei programmi devono essere rivisitati! Niente paura, anticipiamo quello che avremmo fatto dopo la visita all’Alcazar (abbiamo prenotato l’ingresso per le 12,30). Ci inoltriamo nel quartiere Juderia dove ci sono alcune chicche che meritano la visita, soprattutto perchè non ci sono turisti!

La bella Susona

Siamo nel XV secolo e Susòn era una fanciulla delle tante famiglie ebraiche obbligate a convertirsi al cristianesimo, in seguito alla liberazione dai mori. Ovviamente i cattolici non lasciarono molta scelta a chi professava una religione diversa, rendendo le loro vite estremamente difficili e generando, inevitabilmente, discriminazioni e malcontento. Alcuni iniziarono segretamente a cospirare contro la corona e gli abitanti di Siviglia. Tra questi c’era anche il padre di Susòn.

All’epoca la giovane ragazza era sinceramente una fervida credente e soprattutto innamorata di un nobile sivigliano: avrebbe fatto di tutto per coronare il proprio sogno d’amore e finalmente essere accettata dalla città. Fu per questo che, all’alba dell’insurrezione, rivelò tutti i piani al suo amato, tradendo così suo padre. I ribelli vennero tutti arrestati e giustiziati. Susòn, sconvolta dalle conseguenze del suo gesto e abbandonata dal nobile, si rinchiuse in un convento e lì restò fino alla sua morte, quando fu trovato il suo testamento, nel quale chiedeva appunto che il suo teschio venisse esporto come monito e punizione.

Oggi resta solo un ricordo triste di una infelice e sfortunata ragazza, in una piccola e tranquilla via del barrio antico.

La Carmen

La storia di Carmen avviene quattro secoli dopo quella di Susòn.

Carmen è proprio quella Carmen, della famosa opera lirica. Non si tratta di un personaggio di pura fantasia, bensì di una giovane donna realmente esistita e talmente carismatica da aver ispirato il genio dello scrittore Prosper Mérimée prima, e di Bizet dopo. Quella di Carmen non è solo la storia di un tragico femminicidio, bensì l’ode a una donna libera e forte, in un’epoca in cui ben poche potevano esserlo.

Fu una gitana di Triana, dove vivevano gli emarginati di Siviglia – ebrei, arabi, criminali, dissidenti politici e zingari – e che al tempo non era un semplice quartiere bensì una città vera e propria, spesso vittima delle inondazioni del Guadalquivir e che aveva come comune denominatore la povertà, ma anche un fervido scambio culturale.

Da Triana Carmen andava ogni giorno a lavorare a Siviglia, nella Reale Fabbrica del Tabacco (oggi sede dell’Università), le cui foglie da trattare arrivavano dalle Americhe e da Cadice attraverso il fiume e venivano portate qui per essere essiccate e lavorate. Non era l’unica donna in questa azienda, ma era l’unica che lo faceva senza dover poi riportare i soldi al padre o al marito. Era infatti libera in tutti i sensi e faceva quello che voleva, al pari degli uomini, sia dal punto di vista sessuale che da quello dei costumi sociali.

NO8DO

Girovagando per la città si nota un po’ dappertutto questo simbolo.

“8” non è un numero, bensì un disegno: rappresenta un filo di lana arrotolato e raccolto in centro e che in spagnolo si dice madeja (matassa, appunto). Proviamo allora a ricomporre in parole il simbolo e il risultato sarà: NO – MADEJA – DO. Separando, unendo e aggiungendo lettere si otterrà la seguente frase “NO Me hA DEJADO”, che tradotto in italiano significa “Non mi ha abbandonato”. Ma a cosa si riferisce? Chi dice a chi questa frase e perché è diventata così importante per la città?

Accadde nel XIII secolo, sotto il regno di Re Alfonso X, detto Il Saggio. Purtroppo questa sua saggezza lo portò a occuparsi più della giustizia e delle scritture, che dell’economia del paese creando malcontento tra molti nobili, che iniziarono a cospirare. A rendere ancora più fragile la sua posizione fu la morte del primogenito, Ferdinando, che aveva giusto fatto in tempo a sposarsi e garantire al regno un giovanissimo erede, dando allo stesso tempo modo al fratello minore (Sancho, il coraggioso) l’opportunità di distinguersi in battaglia contro gli arabi e conquistarsi l’ammirazione e la riconoscenza di tutta la Spagna.

Ben presto Sancho, forte del sostegno di buona parte della nobiltà, avanzò la richiesta di succedere al padre, senza lasciare nulla al piccolo nipote, legittimo erede al trono. Ed ecco esplodere una terribile guerra civile tra le due fazioni. Già dai soprannomi si può intuire che le cose volsero presto al peggio per il buon Alfonso, che dovette correre in ritirata tra le mura di Siviglia. Ma neppure quelle bastarono a frenare Sancho e il suo esercito, che entrarono nella città in cerca del Re. Nessuno però riuscì a trovarlo. Per mesi lo cercarono, chiudendo le vie di fuga ed entrando in tutte le case, eppure di Alfonso non c’era traccia, finché a un certo punto Sancho si arrese: i sivigliani avevano vinto, avrebbe lasciato Alfonso libero di regnare sulla città, purché alla sua morte fosse stato Sancho a succedergli e avrebbero mostrato a lui la stessa lealtà. Il saggio e anziano Re fu così grato e commosso dalla fedeltà che Siviglia gli dimostrò – nascondendolo ogni notte in una casa diversa – che gli dedicò questo simbolo “NO8DO” e che divenne il motto ufficiale della città, che tuttora lo mostra con estremo orgoglio.

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Il Balcone di Rosina

Un’altra opera vede Siviglia come protagonista, Il barbiere.. di Siviglia! Appunto!

Sotto il balcone della bella Rosina c’è movimento. Fiorello, il servo del Conte d’Almaviva, raduna un gruppo di musicisti per fare una serenata alla bella Rosina…. quando è tutto pronto il Conte arriva avvolto in un mantello per non essere riconosciuto. Egli è innamorato di Rosina e vuole dichiarare il suo amore con una canzone. Alla fine della serenata, il Conte è disperato perchè Rosina non è uscita dalla finestra del balcone. Congeda i suonatori con una ricompensa e poi resta solo. Si sente canticchiare per strada… chi sarà? E’ Figaro! che si presenta in scena cantando la sua famosissima cavatina.
Il Conte ricorda di aver già incontrato quel faccendiere da qualche parte… decide così di affidarsi a lui. Il Conte di Almaviva chiede a Figaro un aiuto per conquistare Rosina e in particolare per avvicinarla, perchè pare impresa impossibile dato che don Bartolo la tiene segregata in casa. Detto fatto! Figaro accetta di aiutare il Conte (in cambio riceve un bel gruzzolo di monete…): per lui è facile entrare in quella casa, perchè è il barbiere di don Bartolo. Intanto Rosina esce sul balcone… ha sentito la serenata di un giovane che da un po’ vede sotto casa sua… e le piace. Perciò ha preparato un biglietto per lui. Ma ahimè, a don Bartolo nulla sfugge e si accorge del pezzo di carta nelle mani di Rosina. Lei gli racconta che si tratta del testo di un’aria che sta imparando a cantare… (l’aria si intitola “L’inutil precauzione” che è anche il sottotitolo dell’opera), ma Don Bartolo non è troppo convinto! Rosina lo lascia scivolare giù dal balcone e il Conte riesce a prenderlo. Don Bartolo scende per cercare di intercettare il biglietto ma torna a casa a mani vuote e con la sensazione di essere stato ingannato.

Il biglietto diceva più o meno: “Sono curiosa di conoscerti, il mio signor tutore mi tiene chiusa in casa, ma io riuscirò a fuggire e incontrarti”. La storia continua.. ma non è questo il luogo per svelarvela se non la conoscete! 😛

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La Reja del diablo

Una delle leggende più particolari è sicuramente quella della cosiddetta “grata del diavolo”, soprannominata così per la difficoltà della tecnica, poiché si pensava che solo il diavolo potesse plasmare il ferro in questo modo.
È una lavorazione quasi impossibile da eseguire, perché il ferro non è un materiale così malleabile per quel disegno ornamentale. Si tratta di sbarre orizzontali e verticali, che sono intrecciate tra loro, passando alternativamente l’una dentro l’altra, creando una sorta di treccia. Poichè non ci sono viti o saldature si dice che le sbarre sarebbero state forgiate dagli artigli di Lucifero stesso.

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Finito il tour delle peculiarità per la mattinata ci spostiamo verso la Giralda, adesso sono le 11 ed è possibile visitarla e salire le 35 rampe per ammirare il panorama dall’alto dei suoi 96 metri. Prima però ci fermiamo al patio degli aranci. Qui sorgeva la moschea almohade prima di essere distrutta, anche se una parte è rimasta integrata nelle mura esterne della Cattedrale (La porta del perdono).

Saliamo e ci godiamo il panorama. Le mie ginocchia ringraziano perchè non si tratta di scale ma di rampe!

Dopo essere scese dalla torre, ci mettiamo in fila per l’Alcazar, lo scopo del mio viaggio! Negli ultimi anni sono andata a caccia delle location del Trono di Spade, e nei giardini reali si ambientano le scene di Dorne.

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I giardini sono spettacolari, verdissimi, con i pavoni che passeggiano liberi! Unica pecca il caldo infernale, ma l’ombra delle piante regala un po’ di refrigerio e il labirinto mi fa tornare bambina lasciandomi perdere tra l’intrico delle siepi.

Cotte dal sole e con già quasi 20 km nelle gambe decidiamo che forse è meglio riposarci facendo una bella crociera sul fiume Guadalquivir. Sessanta minuti a sedere coccolate dalla brezza e trasportate dalla corrente! Come rigenerare le gambe!

Mancano ancora tre cose che vorrei assolutamente vedere e si trovano tutte e tre più o meno vicine.. Via verso il quartiere Macarena per ammirare la Piedra Llorosa e le Alameda de Hercules.

La tradizione popolare narra che, in una pietra vicina alla caserma di San Laureano, alla fine di Calle Alfonso XII all’angolo con Calle Marqués de Parada, il sindaco della città, García de Vinuesa, si sedette a piangere, dopo aver tentato invano di salvare 82 giovani dalla fucilazione.

Anno del signore 1957. In Spagna, regna la regina Isabel II, lo Stato è governato da Narváez. Erano tempi duri, con scontri, ammutinamenti, ribellioni. Un gruppo di ribelli liberali, comandati dal generale in pensione Joaquín Serra, quel mattino del 29 giugno si misero in cammino armati, verso Ronda, nella Sierra Nevada. Dopo aver fatto alcuni saccheggi nei paesini intorno a Ronda, l’esercito spagnolo li raggiunge nei pressi di Benaoján. Lo scontro fu decisamente impari. I ribelli non spararono alcun colpo, mentre l’esercito alla prima scarica ne uccise 25. I rimanenti furono portati alla caserma di San Laureano per essere condannati a morte. Madrid invió a Siviglia Manuel Lassala y Solera, che ordinò che i giovani rimasti fossero fucilati in Plaza de Armas, l’11 giugno. L’allora sindaco della città, intervenne con l’ausilio di due funzionari, per tentare di fermare la condanna, ma fu inutile. Gli 82 giovani vennero fucilati, e per casualità due proiettili finirono per colpire altri due giovani spettatori abbarbicati su un albero.

Il sindaco, disperato, si sedette stremato su una pietra, esclamando “Pobre ciudad! Pobre ciudad!” tra le lacrime. Da questo episodio, la pietra che ancora oggi si conserva, nei pressi della caserma, prende il nome di Piedra Llorosa. L’11 luglio 2008, il municipio di Siviglia appose una targa a ricordo delle virtù civiche e di solidarietà del sindaco di allora, e come monito per il futuro contro la pena di morte.

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In piazza Alameda si trovano due colonne provenienti da un tempio romano dedicato a Ercole. In cima furono collocate due sculture: una di Giulio Cesare, e l’altra di Ercole, mitico fondatore della città.

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Ultima tappa di questo lunghissimo e intenso viaggio durato un giorno è il Metropol Parasol, meglio conosciuto come Las Setas, i funghi. Nel seminterrato potrete visitare l’Antiquarium con i resti dell’antica città romana risalente al 30 d.C. Qui si trovano anche la biglietteria per accedere al Mirador e gli ascensori. Salendo c’è un ristorante panoramico e la Sky Walks da cui potrete ammirare la città a 360°!

Tutto questo in un solo giorno… ora capite perchè viaggio spesso da sola! Tenere questi ritmi non è da tutti! Per me è un modo per rilassarmi, infatti stacco completamente la spina e penso solo a quello che ho intorno!

Il prossimo viaggio in programma sarà ancora più impegnativo.. ma ve ne parlerò più avanti!

Diario di viaggio: Bilbao & Gaztelugatxe

Il mio primo viaggio itinerante è iniziato con una levataccia! La sveglia è suonata all’1 del mattino! Fuffoli scombinati  e impermalositi dalla mia partenza.. sono riusciti a farmi sentire in colpa! Preparo le ultime cose sperando di non aver dimenticato nulla e via verso l‘aeroporto di Venezia. Il volo è alle 6.45 ho tutto il tempo del mondo, ma preferisco arrivare prima e aspettare piuttosto che dover fare le corse e rischiare di perder il volo!

Sensazioni contrastanti per questo viaggio. Da un lato la curiosità, la voglia di vedere posti nuovi e di sperimentare quello che ho imparato di spagnolo. Dall’altro c’è quella leggera ansia buona che mi accompagna e che mantiene i miei sensi vigili. Questo è un viaggio che mi sarebbe piaciuto tanto condividere con qualcuno che ne avrebbe apprezzato il valore e soprattutto la destinazione. Così non è stato e non sia mai che io rinunci a fare qualcosa che mi piace solo perché sono sola come una particella di sodio!

Il viaggio è crescita e autoconsapevolezza, ogni volta mi perdo per trovare una parte di me. E scopro che la mia compagnia mi piace! Non si tratta di essere egocentrici, piuttosto di trovarsi bene con se stessi, essere a proprio agio nel mondo ed esserne cittadini. Quando ci si sente parte di tutto questo.. beh credo che l’aver trovato il senso della vita sia molto vicino!

Questo è l’anno del 42, delle domande e delle risposte, dei viaggi importanti e delle prime volte.

Sono una persona piuttosto impegnativa, ho tanti interessi, sono autonoma e non ho paura quasi di nulla. Certo, la voglia di avere qualcuno con cui condividere tutto il mio disagio c’è! Ma sinceramente non sarà il primo che passa. Non cerco la “compagnia” per non essere da sola. Non ho bisogno di sentirmi completa con qualcuno. Completa lo sono già! Sono nata intera, non a metà! Quello che mi piacerebbe è un compagno di viaggio con cui affrontare la vita, alla pari, due esseri interi che non devono completarsi ma che si arricchiscono a vicenda.

Forse è un po’ contorto come pensiero, ma sono le 5 del mattino e non ho praticamente chiuso occhio.. ci sta un discorso sconclusionato! Quanta saggezza all’alba! Evidentemente la vecchiaia non porta solo acciacchi e problemi alle ginocchia! Mi dona anche molto senno! Portasse anche un carico di autostima sarebbe il massimo!

Qui in aeroporto c’è la gente più disparata, persone da diverse parti del mondo. Accanto a me due donne inglesi con quell’accento che amo tanto! Dietro una copia asiatica immersa nella lettura di una guida. Amici, amanti, famiglie, persone da sole, ognuna con il proprio bagaglio emotivo e tutte con la stessa passione: il viaggio.

Poi ci sono io che ho un sonno da morire! Gambe distese sul mio inseparabile trolley, taccuino, dispositivi elettronici e la guida di carta che fa tanto travel blogger.

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Quanta fatica per arrivare a Dragonstone! A livello di chilometraggio non sono nemmeno arrivata a 20, il che è molto basso rispetto ai miei standard! Il problema è che la strada era tutta in salita (e poi tutta in discesa) e per le mie povere ginocchia è stato un delirio!

Qui non si molla e con i miei tempi sono arrivata fino in alto, ho suonato la campana ed espresso il desiderio… veder sparire tutto quel casino di persone! Scherzo ovviamente! Ma non sulla quantità di gente che saliva la scala, faceva foto e toglieva un po’ della magia del posto.

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Dopo essere atterrata a Bilbao, preso due autobus, sono arrivata a Bakio, ridente paesino dei paesi baschi, a qualche km da Gaztelugatxe. Questa era la meta principale del mio viaggio! Da “malata” di Game of Thrones, questo è uno dei luoghi cult della serie.

Appoggio il trolley in hotel dato che la camera non era ancora pronta. Nella confusione e ansia del momento dimentico di mettere le ginocchiere! Alla prima salita me ne sono ricordata.. FUCK!

Mi incammino insieme ad altri verso la meta. Dopo circa un’oretta di strada arrivo al primo mirador con tantissime aspettative! L’isolotto è immerso nella nebbia ed è come scomparso. Si sente solo la campana che suona. Vi assicuro che mi stavo per mettere a piangere! Tanta fatica per arrivare, un viaggio organizzato per vedere questo luogo e poi? Trovo la nebbia! FUCK!

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Un po’ sconsolata mi avvio verso l’inizio del percorso, è tutto ancora avvolto dalle nubi, ma si vede un pezzettino della scalinata mano a mano che mi avvicino.

Piano piano le nuvole si diradano e io cambio decisamente umore! Ora si che si ragiona! Inizio a sorridere come un’ebete. Sono in viaggio da sola, quindi penseranno tutti io sia pazza. Fa niente, è un problema loro!

Sono rimasta in quel luogo fuori dal tempo fino alle 16,30 (dalle 11,30 che ero partita). Non volevo più venire via! Sulla via del ritorno mi sono fermata a due miradores e adesso c’era tantissimo da mirar!

Con passo lieve e dolorante mi sono diretta verso la spiaggia. In tanti facevano il bagno, io ho infilato i piedi nell’acqua gelida e mi è bastato! Sono rimasta in spiaggia al sole a rilassarmi, poi camera, doccia e fuori a cena. Giornata molto piena e impegnativa anche a livello emotivo! Vedere i luoghi della mia serie del cuore è stato davvero emozionante! Oggi per la prima volta dopo tanto tempo ero felice! Stravolta a felice!

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Devo tornare in questo luogo. Con più tempo e magari con un’auto a noleggio!

Il mio autobus è già passato e non ho idea di quando ce ne sarà un altro. Oggi è domenica ed è anche pasqua!

Temo che se non voglio perdere il volo, domani dovrò prendere un taxi!

Lo spostamento verso Bilbao si sta rivelando complicato, ma una volta là le cose da vedere non saranno tantissime e il fatto di essere da sola mi costringe a farmi gestire il tempo evitando cose superflue.. tipo mangiare!

Nel frattempo mi godo la tranquillità di Bakio. È un paesino tra le colline, molto verde e con una grande spiaggia. Questa mattina durante la mia passeggiata all’alba ho incontrato alcuni surfisti che si cimentavano con l’acqua gelida! Anche ora me ne sono passati due davanti con la tavola e i capelli bagnati. Comunque ho visto diverse persone fare il bagno.. forse loro sono abituati! Io ho infilato i piedi e credo di aver perso una taglia di scarpe dal tanto che mi si sono ristretti!

Nel frattempo è passata mezzora e del bus nemmeno l’ombra. Mi troveranno imbalsamata alla fermata. La mummia di Bakio!

Finalmente arriva e dopo circa 60 minuti arrivo a Bilbao.. di nuovo! Gambe in spalla e mi dirigo verso l’hotel. Nemmeno a dirlo la stanza non è ancora pronta. Lascio la valigia in deposito e via in giro.

La prima tappa è la fontana dei cani, proprio accanto al mio hotel

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poi mi sposto verso la cattedrale di Santiago, dimenticandomi che fosse la domenica di pasqua! Chiesa gremita a tal punto che sono solo riuscita a buttare un occhio all’interno.

Prendo una via a caso e mi godo a città vecchia. A mio parere molto più interessante della parte nuova. L’intrico di vie percorse un po’ a “naso”  mi porta davanti al museo della cultura basca. Perché no? L’ingresso di 3 euro è molto invitante, i tre piani di scale un po’ meno!

Dopo la gita a Gaztelugatxe ho abbastanza difficolta a muovermi! Ogni gradino è una sofferenza! Riesco comunque a visitare il museo, magari un po’ più lentamente del solito!

Da una prima impressione Bilbao è piccola e si gira bene a piedi. Prendo il mio tempo e faccio la turista perdendomi tra le vie e curiosando nel mercatino delle pulci di Plaza Barria.

Mentre vado verso il Guggenheim incontro una processione religiosa, tutti vestiti a tema, antichi romani inclusi! Sulla falsariga di un coro da stadio inneggiavano a Gesù. Passo oltre ridacchiando e scuotendo la testa davanti a tanto fanatismo.

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Selfie di rito con il Puppy e poi entro nel museo.. 17 euro! Devo dire meritati, anche se a volte faccio fatica a comprendere l’arte troppo moderna!

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Riesco a rubare due scatti a un quadro di Warhol con le Marilyn e uno di Keith Hearing.

Dato che il tempo non mi mancava, decido di fare una gita in battello per vedere Bilbao da un’altra prospettiva. Le Bilboats percorrono il fiume per 60 minuti e compresa nei 13 euro c’è l’audioguida multilingue. Non vi dico il freddo che ho patito! Oltre alla rottura di coglioni di una famiglia spagnola che doveva assolutamente fotografare i figli ogni tre metri. Ho sperato volassero in acqua…

Dal fiume ai monti, scesa dalla barca mi attende la funicolare di Artxanda per salire sul monte omonimo da cui avere una visione dall’altro di Bilbao. Nuovo punto di vista e nuovo modo di vedere la città.

Questo viaggio si sta rivelando pieno di sorprese!

Stremata dopo la strada percorsa torno in hotel per un pit stop. Doccia veloce, una sistemata e provo a cercare su Trip advisor un locale per cenare, dato che il mio pranzo è stato inesistente! El perro chico mi sembra una buona alternativa e in più si trova a 400 mt dal mio albergo. Ottimo! Mi incammino fiduciosa.. troppo fiduciosa! Non hanno posto. Bene, vedo che le gioie le ho lasciate a casa!

Decido allora di infilarmi in un locale che mi ispira. Ordino Pintxos e una cerveza.  Poi mi concedo anche una fetta di cheesecake che sembra la specialità della casa. Accanto a me due coppie italiane di una certa età che neanche a dirlo mi attaccano bottone. Finisco di mangiare, saluto e vado finalmente a riposare.

Alle 8 del mattino Bilbao dorme ancora. Solo i fornai e i netturbini in giro. Mi sposto con il mio trolley rumoroso e mi dispiace fare tutto quel casino, mi sembra irrispettoso verso una città che mi ha fatto sentire a casa! Hasta luego querida ciudad!